Quando il privato governa il pubblico. La frontiera del corpo

Se la socialità, come già affermava Aristotele, è la qualità principale degli esseri umani e della loro intelligenza, il carattere antisociale del globalismo neoliberista, che ha predicato la competizione, il possesso, la prevaricazione, l’egoismo, la disuguaglianza, la privatizzazione di ciò che appartiene a tutti, ne fa indubbiamente una potente ideologia antiumanista e antiumana. Quando si sancisce nei fatti il diritto di pochi di possedere una fetta enorme dei beni del pianeta, di dirigerne le sorti, di decidere della vita o della morte di miliardi di persone, dettando legge anche agli Stati, è inevitabile che valori quali la solidarietà, la felicità, la crescita spirituale degli individui e delle comunità diventino carta straccia e l’essere umano, da copula mundi, ovvero punto di congiunzione fra spirituale e materiale, come lo definiva il dotto filosofo umanista Marsilio Ficino, si riduca alla mera dimensione corporea, a semplice strumento da lavoro, come una res, un oggetto, privo di diritti soggettivi. Così è in effetti per le moltitudini affamate e sfruttate di molti Paesi di questo mondo squilibrato, e così rischia di diventare anche per noi europei.

Ci siamo beati per decenni nella stolida illusione che i diritti civili, politici, sociali, conquistati con tante lotte, fossero un patrimonio acquisito una volta per tutte. Per questo, in base al principio della rana bollita di cui parlava Noam Chomsky, ci siamo lasciati portare via un pezzo dopo l’altro tutto ciò che avevamo conquistato e scritto nella nostra bella Costituzione: l’autodeterminazione, la moneta sovrana, il diritto al lavoro e alla dignità, la scuola (veramente) pubblica, la Sanità pubblica, lo Stato sociale, ora anche tutte le libertà personali, di espressione, di informazione, di movimento, di relazione, di manifestazione, di impresa, a cui abbiamo rinunciato, si spera solo temporaneamente (ma lo sperare è già segno che altri decideranno e concederanno), senza battere ciglio, perché terrorizzati da un sistema mediatico sadicamente allarmante e infantilizzante. Così, sotto il nostro sguardo distratto, in piena regressione da impotenza appresa, ci è forse sfuggito che è minacciata l’estrema libertà, quella di decidere per il proprio corpo.

“La politicizzazione della nuda vita come tale costituisce l’evento decisivo della modernità”, scrive Giorgio Agamben. Abbiamo accettato che, per tutelare la mera sopravvivenza fisica, che Aristotele chiamava zoé, da uno solo dei numerosissimi pericoli che la minacciano ogni giorno, abbiamo rinunciato a vivere una vita libera (bíos), ancorché esposta a rischi, e a preferirle un’ambigua sicurezza fornita dall’autorità e un’innaturale separazione fisica dai nostri affetti, dalle relazioni e dalle esperienze che ci rendono umani. Abbiamo cioè accettato l’estrema scissione, quella dentro noi stessi, fra anima e corpo, fra ragione ed emozione, fra spirituale e animale. Ridotti a corpi senz’anima e alla pura esistenza biologica, privati della nostra individualità da una mascherina anonimizzante, isolati e vessati da un arbitrio poliziesco inaudito alimentato da norme irrazionali, contraddittorie e confuse, reclusi in quarantena o in TSO, benché sani, ipnotizzati da una comunicazione mediatica scorretta e manipolativa, forse non abbiamo capito che è il nostro corpo l’ultima frontiera del controllo e che su di esso decine di multinazionali, fondi d’investimento, società private, enti sovranazionali privatizzati come l’OMS, GPPP (partnership globali pubblico-privato, come GAVI o GHSA), di cui ho parlato in articoli precedenti, da anni lavorano incessantemente per toglierci la sovranità, ovvero la possibilità di decidere liberamente per noi stessi.

Durante la crisi da coronavirus, gestita da un’inutile Task Force eterodiretta dai potentati (privati) internazionali e sottratta al controllo dei cittadini, sono improvvisamente saltati fuori da un cilindro inesauribile l’orwelliana Task Force contro le fake news , che prima si chiamava latinamente “censura” oppure italicamente “Santa Inquisizione” e la cui istituzione risulta davvero singolare in una situazione nella quale non pare esserci alcuna certezza; i droni per la sorveglianza dei bagnanti solitari; i caschi della polizia capaci di rilevare la temperatura; la app Immuni (sulla quale il Copasir ha sollevato non poche perplessità per il rischio di centralizzazione e controllo dei dati personali, in base al quale chiunque potrebbe essere internato con un pretesto); le vaccinazioni mediante tatuaggi a punti quantici; le telecamere a riconoscimento facciale, già attive da tempo, ma ora sempre di più, con il pretesto della sicurezza; il passaporto vaccinale (sul quale si lavora in Europa da un paio d’anni, in vista dell’applicazione dal 2022); il 5G, tanto spinto dalla Task Force per evidenti ragioni, con annessa strage di alberi secolari; i vaccini a RNA o a DNA che modificano il genoma con conseguenze ignote e non reversibili; i microchip iniettati sottopelle, in fase di autorizzazione in Italia, nel silenzio dei media; i braccialetti per il distanziamento sociale, che qualche mente criminale ha pensato di applicare anche ai bambini fra 2 e 6 anni; le petizioni per la scomparsa del denaro contante, con la scusa del contagio; perfino la criptovaluta che si produce tramite comportamenti ed emozioni e di cui va visibilmente fiero l’onnipresente e onnipotente Bill Gates, attivissimo su parecchi fronti della sorveglianza globale, come scrive con preoccupazione il senatore statunitense Bob Kennedy Jr.

Quest’ultima novità merita particolare attenzione. Nel loro senso di invincibilità, le élites lasciano dappertutto simboli più o meno trasparenti. Il 21 settembre 2018, la Microsoft di Bill Gates registra un brevetto , pubblicato sul portale https://ipportal.wipo.int  il 26 marzo 2020, dal titolo CRYPTOCURRENCY SYSTEM USING BODY ACTIVITY DATA,  con il numero inquietante WO/2020/060606. 666 è infatti conosciuto come il numero della Bestia nell’Apocalisse. Ma al di là delle suggestioni e della coincidenza con la scadenza di ID2020, il progetto globale di identità digitale associata al corpo, il brevetto è assai più inquietante per i contenuti. Prevede infatti un sistema di criptovaluta centralizzata, basata sulla tecnologia della blockchain e comunicante con il centro tramite un sensore impiantato nel corpo, che assegna denaro virtuale in base alle azioni effettuate o alle emozioni provate dal soggetto. Così si può essere condizionati a fare e a pensare le cose “giuste”, sempre connessi con la Matrix. Si tratta insomma di una tecnologia che permette un tipo altamente sofisticato di social rating, ovvero di “prezzatura” delle persone, anziché delle cose, alla quale potranno essere subordinati i diritti personali (viaggiare, compare, vendere, accedere al conto corrente, privacy, relazioni) e la dignità (una suoneria e cartelloni di gogna digitale potranno mettere in guardia i “buoni” cittadini dall’avvicinarsi). Che non si tratti di paranoia fantascientifica, lo dimostra il fatto che il social rating è tragicamente già in corso di sperimentazione da qualche anno in Cina. Si può ascoltare su Youtube  la testimonianza di due donne che hanno osato protestare per l’esproprio della loro casa.

In questo modo, la pandemia più annunciata della storia (da Jacques Attali nel 2009, dalla Fondazione Rockefeller nel 2010, dall’UE nel 2012, da Bill Gates nel 2015 e nel 2019, ecc.), in nome della nostra salute e, come per ID 2020, dei nostri diritti, ci sta togliendo la sovranità sul nostro corpo, espropriandoci di quella sulla mente, ovvero ci sta privando della libertà. E mentre il popolo, paralizzato dal panico, dalla confusione e dall’irrazionalità di norme insensate, fa la spia sul vicino di casa e ha il terrore del contagio e della socialità, un commando di personaggi non eletti e messi lì dall’estero, approfittando dell’emergenza, come insegna la più classica teoria economica dello shock, stanno delineando il nostro futuro secondo i loro progetti. Senza sovranità monetaria, poveri e in un Paese devastato dagli appetiti privati, non ci sarà facile reagire all’ulteriore misura già pronta: la vaccinazione obbligatoria di massa contro l’influenza, in attesa del salvifico vaccino anti Covid-19. Maria Stella Gelmini ha già prontamente presentato in Parlamento la mozione, sulla scia della fortunata iniziativa della Lorenzin, che ha aperto il varco con i più piccoli. Il nostro corpo sarà ancora meno nostro, perché la disobbedienza (non più chiamata “libera scelta”) ci costerà quasi certamente la riduzione dei diritti che abbiamo sempre ritenuto intangibili, come avviene già con i bambini privati della scuola, benché sanissimi. Anche questo, peraltro, era progettato almeno dalla riunione GHSA del 2014 a Washington, da cui la Lorenzin ci ha riportato l’obbligo per 10 vaccini. Ovviamente, per il nostro bene, che da soli non siamo in grado di perseguire.

Insomma, la nostra salute sta così a cuore ai miliardari filantropi e ai nostri politici disinteressati, che per imporcela sono disposti senza troppe remore a chiudere in casa per mesi in isolamento lavoratori, bambini e anziani, a creare le condizioni per enormi danni psichici e per l’aumento dei suicidi, a privarci del sole, del movimento, delle relazioni, del gioco e del contatto con la natura, a censurare come fake news i suggerimenti più ovvi di prevenzione, come l’uso delle vitamine e una vita sana all’aperto, a imporci il 5G (tecnologia militare di controllo), tentando anche di toglierci il diritto ad opporci all’installazione delle antenne (ci hanno provato nel decreto Cura Italia), a mantenerci nello stress dell’incertezza e delle sanzioni, inflitte senza motivo razionale a cittadini esausti, a imporci l’uso delle mascherine, che le autorità sanitarie, e perfino l’OMS, giudica inutili nella maggior parte dei casi, quando non pericolose per la salute e che in altri Paesi europei non si usano, ad accarezzare l’apertura agli OGM (anche qui Bill Gates ha lucrosi interessi: dalla culla alla tomba, si direbbe). Per non parlare dei danni economici, della rinuncia ad esercitare la sovranità monetaria, del MES e del fascicolo sanitario elettronico senza consenso, che segue alla cessione dei nostri dati sanitari a multinazionali straniere, già voluta dal governo Renzi, dell’intrusione nella famiglia e del delirio transumanista dell’ibrido uomo-macchina. Ci aspettano la privatizzazione dei servizi, come la scuola e la sanità, l’uso ubiquo della tecnologia, la “società del noleggio” e il “comunismo dei miliardari”, in cui i cittadini rinunciano a qualunque proprietà e prendono tutto in affitto.

La frattura fra cittadini e apparati dello Stato si sta allargando di giorno in giorno. Siamo in guerra, e non è un’iperbole. Lo siamo da decenni, anche se abbiamo dormito. Il progetto è chiaro e si chiama Nuovo Ordine Mondiale. Ha molti collaborazionisti e utili idioti, che finiranno stritolati pure loro, anche se si illudono di averne un vantaggio. Questa è una guerra senza reali vincitori. Coinvolge l’intero pianeta ed è il fine – o la fine – della globalizzazione neoliberista. Mira non al denaro, ma al depopolamento e al dominio sulle coscienze attraverso il controllo del corpo con la tecnologia. Tuttavia, l’esito è incerto e la Coscienza spirituale è imprevedibile. Tutti i sistemi totalitari hanno cercato di ridurre l’uomo ad insetto sociale, privo di individualità. Ma l’essere umano non è un insetto e il progetto biopolitico fallirà, semplicemente perché è impossibile. La tecnologia può schiacciare la Coscienza, ma non ucciderla, perché non è in grado di raggiungerla. E una Coscienza libera, responsabile, amorevole e giusta saprà sempre come fare per cambiare gli scenari distruttivi che dovrebbero fiaccarla. Perciò niente paura, pessimismo, scoramento o rinuncia. È ora di mettersi al lavoro. Ne vedremo delle belle.

Articolo pubblicato da Sovranità popolare, n° 4, 2020.