I figli del Covid

Intervista con Andrea Tomasi su Byoblu

I bambini nati durante o dopo la pandemia fanno più fatica ad imparare a parlare. Sono i figli del Covid o, meglio, delle misure anti Covid: mascherine, lockdown, distanziamento.

A dirlo è uno studio dell’Università Autonoma della Complutense di Madrid. Se chiudi i bambini in casa, non li fai interagire con il mondo esterno mentre tu, genitore, magari passi buona parte della giornata davanti al computer a fare smartworking, gli effetti non tardano ad arrivare. La mancanza di interazioni sociali nei primi mesi di vita compromette lo sviluppo cerebrale.

Il confronto fra bambini ante Covid e post Covid

Nello studio sono stati analizzati il vocabolario e la sintassi. Sono stati coinvolti 153 bambini di età tra 18 e 31 mesi. È stato fatto un confronto: una valutazione di un gruppo di bimbi pre pandemia e un gruppo post pandemia. I piccoli cresciuti durante il Covid usavano meno parole distinte: avevano un vocabolario ridotto rispetto a quello dei nati ante Covid.

Quando togli il sorriso e il contatto fisico ai bambini

La psicologia infantile parla chiaro: il contatto fisico, il tatto, il sorriso degli adulti sono alla base della comprensione del mondo sociale. Il processo di apprendimento avviene attraverso interazioni: si impara a parlare perché gli altri ti parlano, ti guardano, ti sorridono. E per emulazione si cresce.

E poi, se parliamo di bambini più grandi e ragazzi, il lockdown ha causato una nuova dipendenza: la dipendenza da strumenti digitali, unici compagni di gioco, complice la DAD, la didattica a distanza. Ce ne ha parlato la psicologa e insegnante Patrizia Scanu. Le misure anti virus – racconta – hanno innescato una serie di problemi ai ragazzi: dalle crisi d’ansia alla depressione.

Il danno maggiore per i bambini più fragili

Tornando allo studio spagnolo ci si chiede se i figli della pandemia sono destinati a “restare indietro”? I ricercatori dell’Università di Madrid mettono in guardia. “Le misure antiCovid – dicono – hanno ha rappresentato un ulteriore fattore di rischio soprattutto per i bambini più vulnerabili per contesto familiare e sociale”.

COVID MASCHERINE PATRIZIA SCANU PSICOLOGIA SALUTE STUDIO

DAD per i non vaccinati?

Nuove regole per la DAD

Non è bastato affossare completamente l’economia italiana con sistematico furore e svenderla ai potentati sovranazionali, di cui ha parlato a sorpresa perfino Sergio Mattarella; sperperare montagne di denaro pubblico a favore di case farmaceutiche con contratti secretati per farmaci sperimentali; mentire a reti unificate per due anni, terrorizzando gli Italiani fino alla pazzia; emanare in modo compulsivo DPCM e decreti demenziali e illegittimi che usurpano la funzione legislativa del Parlamento per un’emergenza finita da tempo; cancellare diritti costituzionali inviolabili; interrompere la scuola, il gioco, lo sport, la vita sociale a milioni di bambini e ragazzi, con danni incalcolabili; ricattare i cittadini per costringerli ad iniettarsi senza la prevista prescrizione medica e senza alcuna informazione seria una sostanza inutile e così sicura da richiedere lo scudo penale per chi la somministra, lo scarico di responsabilità dello Stato sul suddito costretto, l’irresponsabilità delle ditte produttrici, la censura degli scienziati indipendenti e il silenzio sui dati spaventosi sugli effetti avversi; alimentare una costante campagna di odio, di sadica punizione, di ingiusta colpevolizzazione nei confronti di chi ha scelto di non piegarsi alla volontà arbitraria e maligna di un gruppo di potere che rappresenta molto meglio gli interessi di Big Pharma che quelli del popolo.

Non sono bastati i dati fasulli sui contagi e sui morti; i morti per incuria, lasciati aggravare con tachipirina e vigile attesa; le persone abbandonate a morire sole nelle RSA o in ospedale; la negazione delle cure ai cosiddetti No-vax; la perfida campagna pubblicitaria per spingere i genitori a inoculare senza motivo i propri figli, sempre sotto ricatto, e le donne in gravidanza; la ferocia dell’arbitraria sospensione dal lavoro e dallo stipendio che ha gettato nella disperazione milioni di persone; le strade deserte, i negozi vuoti, i fallimenti a catena, il turismo morto, come la cultura e la scuola.

Mentre gli altri Paesi europei e perfino Israele stanno facendo marcia indietro sulle misure coercitive pseudosanitarie e ad Ottawa i camionisti assediano il fantoccio Justin Trudeau, il governo telecomandato del Draghistan ha tirato fuori (anche se non ancora in G.U.) la sua ultima cervellotica trovata per seviziare i malvagi e odiatissimi No-vax: la didattica a distanza per gli studenti non vaccinati, già penalizzati dall’impossibilità di salire sui mezzi pubblici per andare a scuola, dall’insistenza intrusiva e giudicante degli insegnanti-kapò che spesso li trattano con malcelato disprezzo, dalla pressione mediatica asfissiante, dalla negazione dell’accesso agli impianti sportivi e ai locali pubblici, dagli adulti ipocondriaci che li guardano come appestati e li colpevolizzano continuamente. Questa non è solo sfacciata e vergognosa discriminazione; è vera e propria tortura psicologica.

La Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura Tortura psicologica all’articolo 1.1 definisce la tortura così:

Ai fini della presente Convenzione, il termine “tortura” designa qualsiasi atto mediante il quale un dolore o una sofferenza gravi, fisici o mentali, siano intenzionalmente inflitti a una persona al fine di ottenere da essa, o da una terza persona, informazioni o una confessione, punirlo per un atto che lui o un terzo ha commesso o è sospettato di aver commesso, o intimidire o costringere lui o un terzo, o per qualsiasi motivo basato su discriminazioni di qualsiasi tipo, quando tale dolore o sofferenza è inflitto da o su istigazione o con il consenso o l’acquiescenza di un pubblico ufficiale o altra persona che agisce in veste ufficiale. Non include dolore o sofferenza derivanti solo da, inerenti o accessorie a sanzioni legali.

Creare una discriminazione del tutto ingiustificata fra cittadini di serie A, che piegano la testa e obbediscono alle volizioni malsane del potere, e cittadini di serie B, che rivendicano la sacrosanta libertà di disporre del proprio corpo e di non cedere all’intimidazione e all’estorsione, e ai loro figli, per di più all’interno delle scuole, è un comportamento criminale e una palese violazione dei diritti umani fondamentali, nonché una plateale violazione dei più elementari diritti alla privacy sui propri dati sanitari.

Perfino il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso ha rilevato la violenza di questa misura dispotica e crudele, affermando:

Si sancisce un’inaccettabile discriminazione tra studenti vaccinati e non vaccinati in merito ai protocolli su quarantene e didattica a distanza. La soluzione proposta dal Ministro Speranza rappresenta una grave mancanza di rispetto nei confronti della scuola, luogo per eccellenza di accoglienza e inclusione. Negare un diritto a qualcuno non rafforza di certo i diritti degli altri.

Il Garante dei diritti dei minori di Trento, in una lettera indirizzata alla Giunta e al Consiglio provinciale di Trento e all’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, con la quale prende nettamente posizione contro questo abuso inqualificabile a danno dei minori, scrive:

Rivolgo… alle SS.LL. il mio personale disappunto e la mia indignazione per quello che si può definire come un cervellotico e assurdo meccanismo di controllo sociale (il cosiddetto green pass, nelle sue molteplici declinazioni) introdotto dall’esecutivo centrale l’estate scorsa ed imposto sull’intero territorio nazionale (purtroppo con il generale sostegno delle autonomie locali), che comporta, in un continuo crescendo, gravi, violente ed ingiustificate limitazioni ai diritti fondamentali di tantissimi ragazzi e delle loro famiglie.

Il tutto viene scientemente alimentato da una perdurante e martellante narrazione mediatica, tesa ad indicare i bambini e i ragazzi quali diffusori di malattia, con conseguente loro colpevolizzazione e percezione di essere “sbagliati”.

Non sono i bambini e i ragazzi ad essere sbagliati, ma i criminali che stanno distruggendo loro la vita da due anni con il loro delirio di onnipotenza e di controllo. Ne parlammo, con la collega Giuditta Fagnani,  alla sala stampa della Camera dei Deputati a settembre 2020, nella totale indifferenza dei parlamentari, e in un libro pubblicato da “Il Leone Verde”, Emergenza scuola. I bisogni ignorati dei nostri figli nell’emergenza sanitaria. La letteratura scientifica è ormai amplissima. La DAD ai non sierati è la goccia che fa traboccare il vaso. Non si può più tollerare questo ignobile spettacolo che sta devastando la vita di milioni di persone sul piano fisico, mentale e spirituale.

Chiediamo a tutti i genitori e agli educatori di esprimere con vigore la loro opposizione a questa follia perversa. Stanno rubando l’anima ai vostri figli. Toglieteli dall’inferno e cercate per loro soluzioni educative più umane.

Chiediamo agli avvocati di mettere in campo ogni mezzo legale per ottenere giustizia. Si avvicina il momento della resa dei conti con chi ha distrutto noi, i nostri figli e la nostra ricchezza. L’avvocato tedesco Reiner Fuellmich, cha ha raccolto una mole poderosa di prove scientifiche e legali sugli aspetti palesemente fraudolenti della presente tragedia mondiale, sta vagliando l’accusa di genocidio.

Il Comitato Internazionale di Bioetica , seppur tardivamente, ha rilevato la grave violazione del codice di Norimberga, affermando, fra le altre cose, che l’obbligo vaccinale per questi farmaci sperimentali è

  • “al di là e al di fuori di qualsivoglia logica medica e scientifica”,
  • che “la campagna vaccinale sta comportando la violazione sistematica del principio del consenso libero e informato”;
  • che “nella misura in cui l’assunzione di detti «medicinali» sperimentali comporti un rischio per i soggetti riceventi, la campagna vaccinale si configura come una sperimentazione di massa condotta su soggetti inconsapevoli in spregio dei principi fondamentali di bioetica e di biodiritto”;
  • che “tra gli effetti non inattesi della campagna vaccinale si colloca anche l’incitamento alla discriminazione e all’odio nei confronti dei soggetti che hanno scelto di non vaccinarsi, o non possono farlo”;
  • che “uno degli obiettivi principali della gestione politica dell’emergenza Covid e della stessa campagna vaccinale è costituito dall’introduzione, per scopi evidentemente diversi da quelli sanitari, di strumenti di controllo fondati sulla digitalizzazione della vita dei cittadini e degli stranieri residenti in Italia”.
  • Ha infine chiesto di abolire il green pass e l’obbligo vaccinale, pertanto, “invita gli altri Stati, nonché le Organizzazioni internazionali, a valutare l’opportunità di adottare misure di moral suasion nei confronti del Governo italiano affinché ponga fine alla sperimentazione di massa, su cittadini e stranieri residenti, di un medicinale sperimentale impropriamente denominato ‘vaccino’”.

Chiediamo ai giudici di svegliarsi dal sonno di due anni e di intervenire, perché la misura è colma e prima o poi anche loro dovranno rendere conto al popolo inferocito. Abbiamo tutti la responsabilità di proteggere i bambini e i ragazzi, a meno di non voler essere complici di una serie ormai lunghissima di imperdonabili crimini contro l’umanità a loro danno. Chi non è intervento a fermare lo scempio dei diritti umani ha sulla coscienza il disagio mentale, la sofferenza, la vita rubata dei bambini e dei ragazzi. Non ci sarà oblio per questa barbarie.

Articolo pubblicato sul sito della casa editrice Il Leone Verde.

https://www.bambinonaturale.it/2022/02/nuove-regole-dad

La DAD in teoria e in pratica. Risposta a Paola Mastrocola e a Chiara Saraceno

Paola Mastrocola e Chiara Saraceno hanno espresso su La Stampa la convinzione che l’interruzione della scuola e il ricorso alla DAD o didattica digitale possa presentare alcuni lati positivi, come il recupero di spazi di solitudine e di riflessione, la possibilità di dare spazio alla creatività svuotando la giornata da impegni frenetici, l’occasione per ripensare la didattica e innovare il modo di fare lezione.

Sulla carta, potrebbero sembrare argomenti stimolanti. Perché non vedere il lato positivo di una situazione difficile? Perché ostinarsi a volere il ritorno alla scuola in presenza? Non sarà per ragioni che non hanno a che fare con la sacra missione di studiare e imparare?

Nella realtà, invece, ragionamenti di questo tipo, che rimangono su un piano astratto, tendono ad ignorare alcuni dati di fatto di cui si sta parlando assai poco nei media. Provo a farne una sintesi parziale, basata sull’esperienza diretta e su alcuni dati della ricerca.

  1. La scuola non è il luogo dove si travasano informazioni, ma quello in cui si accendono fiamme di conoscenza, attraverso il dialogo, il confronto, la relazione, la condivisione, l’emozione della scoperta. Gli esseri umani sono intimamente sociali, hanno un corpo e l’assoluta necessità del contatto fisico, dei legami, della gioia e della serenità dell’apprendere insieme, attraverso l’azione, la parola e la comunicazione non verbale. Noi impariamo meglio ciò che associamo ad esperienze vitali e positive. Nella DAD tutto questo è mortificato o assente. Per quanto ci si sforzi, aspetti fondamentali dell’educazione scolastica, come l’educazione affettiva ed emotiva, l’inclusione, l’accoglienza, la solidarietà, il rispetto e l’empatia sono pressoché esclusi, con danni tanto più gravi quanto più giovani sono gli scolari. Ma sono escluse anche tutte le attività che si possono svolgere solo in presenza, come le attività di laboratorio, le verifiche scritte serie, i viaggi e le visite di istruzione.
  2. La DAD non è un’attività didattica liberamente scelta dal docente né richiesta dagli studenti. Se lo fosse, sarebbe certamente utile e stimolante, almeno come modalità aggiuntiva e non sostitutiva della didattica in presenza. Ma dove c’è costrizione, non ci può essere motivazione. Questo vale per i docenti e per gli studenti, i quali dicono in modo pressoché unanime che la DAD è demotivante, faticosa, triste.
  3. Ai ragazzi è stato tolto tutto: oltre alla scuola, le amicizie, le relazioni sentimentali, lo sport, il gruppo dei pari, lo svago, i viaggi, il divertimento, le feste, i nonni. Sono stati colpevolizzati come untori, proprio loro che sembrano ben poco toccati dal virus. Con uno sforzo di empatia, possiamo provare a metterci nei loro panni? Noi lo avremmo accettato? Gli adolescenti stanno male e nessuno sembra accorgersene. Basta chiedere loro come si sentono, per sentire risposte inequivocabili: si sentono in prigione, soffocati, privati del diritto di fare le esperienze necessarie alla loro crescita. Parlano di vita rubata, di tristezza, di peso, di mancanza di energia e di senso. Molti di loro scompaiono nel silenzio delle loro caselline sullo schermo, finché non si presentano più. Non di rado, sono i più bravi, quelli che investono di più sulla scuola e che amano leggere.
  4. Sono aumentati in misura preoccupante la dispersione scolastica, con punte drammatiche del 10% e più, come testimonia una ricerca del CENSIS di giugno 2020, le violenze domestiche (i traumi cranici da abuso si sono decuplicati durante la quarantena, secondo quanto emerso a ottobre al 32° Congresso dell’Associazione Culturale Pediatri), la dipendenza dal digitale, a cui sono condannati anche se non vogliono, l’ansia, lo stress post-traumatico, la depressione, i suicidi, i disturbi dell’alimentazione, l’isolamento sociale completo, la regressione delle competenze cognitive e sociali, drammatica nei ragazzi autistici. Secondo uno studio dell’ospedale Gaslini, l’86% dei minori aveva mostrato segni di disagio la scorsa primavera, stando a quanto riferito dai loro genitori. Basta leggere quanto riassunto nel Report di settembre 2020 Le conseguenze psicologiche del periodo pandemico su bambini e adolescenti ed azioni necessarie del Comunicato degli psicologi (www.comunicatopsi.org). Inoltre, il 42% degli alunni vive in abitazioni sovraffollate e non ha uno spazio tranquillo per studiare. Non dimentichiamoci che anche i loro genitori sono spesso stressati dalla perdita del lavoro o dell’attività. Quale Cultura sarà mai accessibile per loro attraverso la loro traballante connessione a Internet, in condizioni simili, nonostante lo sforzo ingegnoso dei loro insegnanti per intrattenerli? Quale beata solitudo potranno mai apprezzare?
  5. Stiamo assistendo ad una massiccia desocializzazione delle giovani generazioni, dagli esiti incerti, benché non imprevedibili e di cui non si conosce la scadenza. Certo, anche nella prigionia si può trovare qualcosa di buono. Tommaso Campanella scrisse La Città del Sole in una buia cella. Non è però una buona ragione per giustificare la reclusione di massa di milioni di scolari. A furia di giustificare tutto, finiremo con il considerare ineluttabili queste misure estreme, dimenticandoci che siamo l’unico Paese europeo a non aver riaperto le scuole in primavera e che in Svezia non le hanno mai chiuse, riportando solo lo 0,05% di casi COVID-19 nella popolazione fra 0 e 19 anni. La stessa percentuale della Finlandia, che ha interrotto la scuola e attuato il lockdown. Nessuna domanda, ovviamente, sul perché di questa interessante identità di risultati. Ma l’essere umano è così adattabile, che finisce per mettere le tendine anche alla finestra della sua cella. Quando non c’è più libertà, però, la scuola non è vita, ma morto indottrinamento, per non dire rieducazione ad una nuova e sinistra “normalità”.

https://www.bambinonaturale.it/2020/12/la-didattica-a-distanza-in-teoria-e-in-pratica/

Intervista con Guido Gheri sul rientro a scuola

Lunga intervista per Radio Studio 54 sulla questione del rientro a scuola a settembre.

  • Quali sono gli aspetti più problematici della ripresa delle lezioni?
  • Quali debolezze strutturali della scuola rendono difficile la ripresa?
  • Quali conseguenze hanno avuto sui bambini e sugli adolescenti i mesi del lockdown?
  • Appare ragionevole e proporzionato l’obbligo di mascherine, distanziamento sociale, didattica a distanza?
  • Che cos’è la scuola? Come dovrebbe essere?
  • Le sedie con le rotelle sono una buona idea?
  • Quanto è accetabile che le scuole diventino presidi sanitari?
  • Che cosa potrebbero fare insegnanti, genitori e studenti per riavere una scuola normale?
  • Come si spiega tanta preoccupazione per il rientro a scuola?